martedì 27 dicembre 2011

ETERNO TEMPO

ETERNO TEMPO


Già sono più giorni ch’io ti sento triste, Eterno Tempo che mi neghi il vero. Le figure invernal si avvicendano leste ad indicar un futuro avaro e mesto.

Ragionando della verità, piglio diletto A vagheggiar di mostri e di chimere. Ventre di capre e fauni possenti.

In me non sarà più cuore virile. Dicoti amico: fu grande Giove,
ma non maggior di lui sarai mai forte. Tua benevolenza pur’io vagheggio come il prode Ulisse  il patrio lido ed il perduto regno.

Certezze più non ho: Amico Tempo La mia casa non è più solida roccia

Tu dipingi cieli, Ti accendi e poi sfavilli.  Brilli e poi fuliggini. Mai dimori, mai chiedi. Quieto non sei,
mentre le nubi tesson perenni  albe dorate e tramonti struggenti. Aduse come son a batter l’ore
di noi mortali che speriamo ancora che il sangue non si geli nelle vene, che il tempo fugherà angosce e pene

SINUHE